Tricopigmentazione: perché bioassorbibile?

Tutto quello che devi sapere su questa favolosa tecnica. Dai pigmenti, ai macchinari passando per gli aghi e la formazione. Sezione gentilmente curata dal tricopigmentista di fama internazionale Vincenzo Coni.
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Tricopigmentazione: perché bioassorbibile?

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La tricopigmentazione, disciplina specialistica di micropigmentazione del cuoio capelluto, è ancora un campo molto giovane e pertanto poco conosciuto. Attorno alla tricopigmentazione aleggiano fantasie e disinformazione, lasciando molta confusione a chi vi si rivolge per la prima volta. Spesso questa disinformazione costa cara, non solo in termini economici, ma soprattutto in termini di risultato estetico disastroso.

Presso il nostro studio arrivano regolarmente persone trattate da operatori terzi che hanno subito interventi disastrosi e pertanto decidiamo di scrivere questo articolo con l’obiettivo di sfatare alcune fantasie, ma soprattutto di informare e quindi tutelare tutti coloro che potrebbero effettuare dei trattamenti di tricopigmentazione presso strutture e operatori non qualificati, riportando danni estetici importanti, spesso non completamente risolvibili.

La tricopigmentazione dura poco?

La tricopigmentazione se effettuata in centri centri estetici con regolare licenzia rilasciata dal proprio comune di appartenza e quindi autorizzati ASL, utilizzano esclusivamente pigmenti studiati appositamente per essere introdotti sul cuoio capelluto. Questi pigmenti garantiscono un ricambio del colore poiché il sistema immunitario è in grado di smaltirli quasi completamente a seconda delle caratteristiche dell'individuo.

Il colore durante il ritocco si rinnova e sostituisce quello vecchio riassorbito, garantendo quindi la presenza di un colore che non invecchia.
È vero, ci sono dei casi (molto rari) in cui il trattamento di tricopigmentazione può durare meno, ma con la giusta strategia ed esperienza del tecnico, si riesce sempre a trovare la giusta soluzione.

Uno di questi casi potrebbe essere appunto un utente con una forte dermatite o con un esito cicatriziale non ottimale, verificatosi a seguito di vecchi autmotrapianti, ma con i ritocchi supplementare, il quale andrà a saturare anche queste piccole aree più problematiche.

La tricopigmentazione perenne conviene?

La tricopigmentazione perenne utilizza semplicemente pigmenti classici da tatuaggio. Nell’immediato il risultato è identico a quello della tricopigmentazione bioassorbibile, ma nel lungo periodo è sempre pessimo, in quanto il pigmento permanente ossidandosi nel cuoio capelluto si dilata assumendo un cambiamento di colore blu/verde.

Anche nella tricopigmentazione perenne sono presenti i ritocchi ma saturando il derma di pigmento, creano un effetto altamente innaturale. Gli operatori che effettuano trattamenti con pigmento classico da tatuaggio dichiarano che l’effetto del bioassorbibile (semi-permanente) dura troppo poco, ma non tengono in considerazione che ciò può avvenire solo nei casi in cui gli utenti hanno una particolare condizioni della cute (tessuto cicatriziale, dermatiti ecc) che non consente un adeguato trattamento.

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